Monica Dall’Oste

Matricola 139162

Lezione del 18/10/2001 ore 14:30/16:30

 

 

LE     LEGGI     DELLA     DINAMICA

 

La meccanica newtoniana è una teoria del moto basata sui concetti di massa, di forza e sulle leggi che collegano questi concetti fisici alle  grandezze cinematiche: spostamento, velocità e accelerazione.

 

 

Tali concetti compongono il primo libro del trattato di meccanica razionale di Newton da lui chiamato “Principia” nel quale compaiono le sue tre leggi, che legano forza, moto (causato dalla forza) e causa (del moto):

 

1.      Un corpo continua nel suo stato iniziale di quiete o di moto con velocità costante, a meno che non sia soggetto all’azione di una forza esterna. (Principio di inerzia).

2.      L’accelerazione di un corpo è inversamente proporzionale alla sua massa ed è direttamente proporzionale alla risultante delle forze esterne che agiscono su di esso.( Legge fondamentale).

 

a = Σ F

       M

 

 

 

 
 

 

 

 

 


3.      Le forze si presentano sempre a due a due: se il corpo A esercita una forza sul corpo B, una forza uguale ma contraria viene esercitata dal corpo B sul corpo A. (Principio di azione – reazione).

 

Corollario. Le forze si sommano come vettori.

 

Newton si occupò esclusivamente delle cause del moto ma l’applicazione dei suoi studi permette di determinare l’equazione del moto di un oggetto e quindi la sua traiettoria nel tempo (cinematica).

 

La cinematica è quel ramo della meccanica che si occupa di descrivere il moto dei corpi a prescindere dalle cause che lo producono. La descrizione cinematica del moto si basa su due concetti fisici di velocità e accelerazione. La velocità è una grandezza vettoriale (di cui va quindi specificata l’intensità, la direzione e il verso), definita come il rapporto tra la

 

 

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distanza percorsa in una certa direzione e l’intervallo di tempo impiegato a percorrerla.

L’accelerazione rappresenta invece il ritmo a cui varia la velocità, ed è definita come il rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo di tempo in cui si verifica tale variazione.

I moti più semplici da descrivere sono quelli rettilinei, in particolare il moto rettilineo uniforme e il rettilineo uniformemente accelerato le cui proprietà riassumerò nel seguente schema:

 

 

Organigramma

Organigramma

                                                                        Grafici dello spostamento in funzione del tempo

 

LAVORO,    ENERGIA     E     POTENZA

 

L’energia può essere considerata la grandezza più importante nella scienza; non si crea, non si distrugge ma si trasforma.

La finalità e l’importanza dell’energia non furono apprezzate in pieno all’incirca fino alla metà del 1800, quando Julius Mayer e James Joule in Inghilterra scoprirono indipendentemente che il calore non è che un’altra forma di energia. Non si può considerare il concetto di energia senza quello di lavoro, ad esso intimamente associato in quanto possiamo pensare all’energia come la capacità di compiere lavoro.

 

Il lavoro è una grandezza scalare, definita come il prodotto tra la forza applicata a un corpo e lo spostamento che il corpo subisce lungo la retta di applicazione della forza:

 

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L = F x

 

Perché una forza che agisce su un corpo compia lavoro è necessario che il punto in cui essa è applicata subisca uno spostamento quindi ad esempio, una persona che stando ferma tiene in mano una valigia, anche se fa fatica, non compie lavoro.

Ipotizziamo che la forza che agisce sul corpo sia costante (avremo a = cost essendo F =ma, siamo quindi di fronte ad un moto uniformemente accelerato) avremo:

 

L = F (½a t²) = ½ a² t² M 

 

La velocità di M aumenta pur subendo una forza costante, risulta quindi chiaro che “forza costante” non implica “energia costante”: infatti per mantenere una certa forza all’aumentare della velocità mi serve una quantità di energia maggiore quindi l’incremento di velocità dipende esclusivamente dall’energia

 

Nel S.I. l’unità di misura del lavoro è il Joule (J). 1 Joule è il lavoro compiuto da una forza di 1 Newton quando il suo punto di applicazione si sposta di 1 metro in direzione della forza.

 

La rapidità con cui viene compiuto un lavoro prende il nome di potenza; poiché il lavoro compiuto in un certo processo equivale all’energia che il quel processo viene trasformata, si può anche dire che la potenza rappresenta la rapidità con cui viene trasformata energia e viene espressa come il rapporto tra il lavoro e il tempo impiegato per compierlo:

 

P L / t

 

Nel S.I. l’unità di misura della potenza è il Watt (W). 1 Watt è la potenza sviluppata da una forza che compie il lavoro di 1 Joule in 1 secondo.

 

IL     PRIMO     PRINCIPIO     DELLA     TERMODINAMICA

 

Il primo principio della termodinamica fornisce una precisa definizione del calore. Quando un corpo viene posto a contatto con un altro corpo relativamente più freddo, avviene una trasformazione che porta a uno stato di equilibrio, in cui sono uguali le temperature dei due corpi. Per spiegare questo

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fenomeno, gli scienziati del XVIII secolo supposero che una sostanza, presente in maggior quantità nel corpo più caldo, passasse nel corpo più freddo. Questa sostanza ipotetica, detta "calorico", era pensata come un fluido capace di muoversi attraverso la materia. Il primo principio della termodinamica invece identifica il calore come una forma di energia che può essere convertita in lavoro meccanico ed essere immagazzinata, ma che non è una sostanza materiale. È stato dimostrato sperimentalmente che il calore, misurato originariamente in calorie, e il lavoro o l'energia, misurati in joule, sono assolutamente equivalenti.

Il primo principio è dunque un principio di conservazione dell'energia. Esso afferma che, poiché l'energia non può essere né creata né distrutta, la somma della quantità di calore ceduta a un sistema e del lavoro compiuto sul medesimo deve essere uguale all'aumento dell'energia interna del sistema stesso. Calore e lavoro sono i mezzi attraverso i quali i sistemi si scambiano energia.

In ogni macchina termica una certa quantità di energia viene trasformata in lavoro; non può esistere nessuna macchina che produca lavoro senza consumare energia.

 

 

 

     

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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